La giornata di ieri a Roma (e nel mondo), più che ogni altra cosa ha testimoniato il fatto che esistono ormai due Italie: quella di coloro che si informano tramite la televisione e quella di coloro che si informano in rete. Rete vuol dire pluralismo, confronto di idee e diffusione di conoscenza. Questa parte “consapevole” della popolazione forse non è ancora maggioranza, ma è sicuramente la parte più giovane, all’anagrafe o almeno nel cuore e nella mente. Ieri questa parte ha dimostrato la sua capacità di organizzarsi in maniera completamente indipendente dalla vecchia politica dei salotti televisivi. E questa volta non c’è stato bisogno nemmeno che a fare da fulcro fosse un personaggio famoso e carismatico, come era avvenuto negli anni scorsi con i due V day di Beppe Grillo. Il noberlusconiday è nato su Facebook, a partire da un’idea di un membro del social network, tuttora conosciuto solo con lo pseudonimo di San Precario. L’idea è stata subito raccolta e diffusa dai contatti di San Precario verso i rispettivi amici e così via, col meccanismo tipico di Facebook e di Internet, che promuove ogni buona idea diffondendola con progressione geometrica, come un’onda anomala inarrestabile.
In piazza San Giovanni, tra i tanti interventi, il più significativo, quello che con poche parole ha, a mio parere, colto il senso pieno di quello che sta accadendo, è stato quello di Alessandro Gilioli.
Il testo completo lo trovate sul suo blog, Piovono rane.
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