| 0 commenti ]

moonbase-alpha

Il cambio di millennio risale ormai a dieci anni fa.  Quell’anno 2000, che per la fantascienza rappresentava una soglia mitologica tra passato e futuro, è scivolato via, come ogni altro anno, ricoperto dalla polvere del tempo.  I sogni che tanti scrittori e registi avevano proiettato oltre quella soglia, sono in breve sbiaditi, sorpassati e spiazzati da un futuro che ha preso un’altra strada:  viaggi interplanetari? No grazie!  Ci siamo fermati alla Luna (); in compenso l’informatica e le telecomunicazioni hanno avuto uno sviluppo totalmente imprevisto ed un’evoluzione sempre più accelerata, che non accenna a fermarsi e che sta cambiando radicalmente molti aspetti della nostra vita.

Nel Gennaio del 1976 avevo poco più di 11 anni e lo Spazio era la frontiera dei miei sogni.  In quel mese il secondo canale della televisione iniziò a trasmettere in seconda serata una nuova serispazio1999e di telefilm, .   Nata da una collaborazione tra la britannica ITC e la nostra RAI ed ideata da e Anderson, (gli stessi autori di un’altra fortunata serie di fantascienza di qualche anno prima, ), SPAZIO: 1999 si rivelò subito come una serie estremamente innovativa sotto molti aspetti (originalità della vicenda, qualità dell’interpretazione degli attori, effetti speciali, colonna sonora, design delle astronavi e della base Lunare), tanto da meritarsi una critica più che buona dallo stesso Isaac Asimov, il massimo autore di fantascienza del ventesimo secolo, che non aveva esitato a stroncare altre produzioni televisive o cinematografiche.  

La storia dell’odissea dei 311 membri dell’equipaggio della base lunare Alpha, proiettata nello spazio da una terribile esplosione nucleare avvenuta il 13 Settembre del 1999,  segnò un’epoca per un’intera generazione di adolescenti.   I 24 episodi della prima stagione (trasmessi dalla RAI in tempi diversi, a blocchi di 6), avevano spesso dei risvolti metafisici che davano un certo spessore alle vicende del comanaquiladante John Koenig e dei suoi amici e che contribuirono a farle rimanere impresse nella mente e nel cuore di molti .  La seconda stagione vide l’ingresso della produzione USA che affiancò a Gerry Anderson l’autore Fred Freiberger.  Quest’ultimo decise di dare un taglio più “americano” alla serie, esasperando azione ed avventura a scapito dei contenuti di maggiore qualità che avevano caratterizzato i primi episodi.  La rese quindi un prodotto orientato ad un pubblico meno maturo e dai gusti più semplici e ne decretò in tal modo la fine anticipata: il basso indice di gradimento e il disinteresse degli sponsor, fecero sì che la terza serie inizialmente prevista, non venisse mai realizzata.   Freiberger si meritò l’appellativo di Serial Killer (nel senso di killer di serie televisive) e il comandante Koenig ed i suoi, nell’immaginazione dei fan, rimasero per sempre abbandonati a vagare nello spazio remoto.

Anche SPAZIO: 1999 fa parte dei sogni ormai sbiaditi dal tempo, cui accennavamo all’inizio.  A quasi 35 anni dalla trasmissione della prima puntata, il telefilm mostra una serie di elementi che ne commlockrendono  faticosa la visione ad un pubblico giovane, cresciuto nell’era dei personal computer, degli schermi ultrapiatti  e dei videotelefoni.  Vedere un membro dell’equipaggio della base lunare alle prese con una macchina da scrivere, od intento a comunicare tramite un goffo strumento con schermo in bianco e nero, dà al telefilm un tono naive che può essere gradevole per fan attempati e malinconici, ma che rende la saga poco digeribile a chi, in vita sua,  per ragioni anagrafiche, non ha mai indossato un paio di pantaloni a zampa di elefante.

Gruppi di appassionati hanno per anni chiesto e sperato che la serie venisse ripresa, come già era stato fatto per altri telefilm cult del passato, come ad esempio Star Trek, ma, ad oggi, sembra che non ci siano produttori televisivi o cinematografici interessati all’operazione.  Un’operazione del genere, comunque, non potrebbe che configurarsi come uno sviluppo del tutto nuovo dell’idea originale e, nonostante il probabile successo, sarebbe qualcosa di diverso che non potrebbe che scontentare i fan della serie originale. 

Ma la tecnologia di oggi apre nuove possibilità a chi ha la competenza, la passione e la creatività necessarie.

Eric Bernard è un professionista del video editing che vive e lavora a Montreal. Appassionato cultore di fantascienza,space2099_01 ed in particolare di SPAZIO: 1999, ha ideato una maniera per rinnovare la serie in vista di un possibile rilancio televisivo o in DVD.  L'idea che sta alla base del suo è quella di utilizzare le sue conoscenze ed abilità di video editing per rimediare ad alcune ingenuità della trama e fare un generale restyling video degli episodi per renderli concettualmente e visivamente più in linea con i gusti dei nostri giorni. Gli episodi sono stati riordinati secondo una nuova sequenza e collegati tra di loro in maniera da esaltare la "continuity" che nella serie originale era solo accennata. Tutta la vicenda è stata spostata di un secolo avanti nel tempo, dal 1999 al 2099.  Di conseguenza Bernard ha cambiato il logo della serie ed è intervenuto con modifiche video o audio in tutte le sequenze in cui sono mostrate o nominate le date.  Ma gli interventi di video editing non si sono limitati a questo: il formato del video è stato modificato da 4:3 al più moderno 16:9, wormholesono stati corretti alcuni errori, sono stati inseriti nuovi effetti speciali ed addirittura, in alcuni episodi, sono stati aggiunti nuovi gadget tecnologici tra quelli utilizzati dall’equipaggio, come ad esempio la flying cam, una sofisticata videocamera fluttuante, che segue l’equipaggio durante l’esplorazione di nuovi pianeti. L'intervento più pesante è quello relativo al primo episodio della serie: la Luna non viene semplicemente proiettata nello spazio, come nel filmato originale, ma finisce in un   attraverso il quale raggiunge una regione remota dell’Universo.  I risultati sono straordinari, almeno a giudicare dai filmati presenti nella sezione episodes del sito SPACE2099.tv.

Il video che segue illustra, con una serie di esempi, i risultati raggiunti.

 

(Per altri dettagli, vedere questa intervista con l’autore)

Il lavoro di Eric Bernard e dei suoi collaboratori è per ora da considerare come sperimentale e i nuovi episodi non sono stati diffusi nella loro interezza, ma solo nella versione trailer.  Eric non detiene i diritti della serie originale e sta perciò cercando, già da qualche anno, di convincere le case di produzione delle potenzialità commerciali del progetto.  

Non ci resta che fargli i migliori auguri per il suo straordinario lavoro, sperando che un giorno la serie rinnovata possa vedere la luce e tornare a farci sognare.   Possibilmente prima del 2099…

Condividi

0 commenti

Posta un commento